La sorella del coniuge traditore, aveva anche
dichiarato che gli allontanamenti da parte della moglie dalla casa coniugale
erano iniziati prima che le fossero riferite le "scappatelle" del
marito. Altri testimoni avevano poi riferito che la donna si era allontanata
per problemi legati alla casa, tra cui alcuni difetti del sistema di
riscaldamento, e quindi non c'era alcuna ragione legata alle infedeltà del
marito che oltretutto aveva chiesto per primo la separazione. Più in generale
era emerso che il matrimonio fin dall'inizio era caratterizzato da separazioni
di fatto della coppia e da successivi riavvicinamenti, avendo vissuto i coniugi
solo per poco tempo "una vera vita matrimoniale sotto lo stesso
tetto". I giudici sono arrivati alla conclusione che, non essendoci la
necessaria prova della sussistenza del nesso causale tra i comportamenti
addebitati ed il fallimento del matrimonio, "non può affermarsi che il
comportamento dell'uno o dell'altro dei coniugi abbia determinato
l'intollerabilità della convivenza." La separazione dunque non può essere
addebitata a nessuno dei due non essendo possibile stabilire (nel caso di
specie) se la crisi della coppia sia dovuta al tradimento o se siano stati
proprio gli allontanamenti della moglie a provocare l'infedeltà del marito dato
che, sottolinea la Corte ,
il comportamento della donna è contrario al dovere coniugale di coabitazione.
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martedì 4 dicembre 2012
Cassazione: un coniuge tradisce ma l'altro è 'mammone'. Nessun addebito della separazione
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