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venerdì 29 marzo 2013

Cassazione: no agli apprezzamenti volgari ad una collega. E voi che ne pensate?

Meglio evitare battutine poco eleganti alle proprie colleghe, anche se apparentemente "consenzienti". Potreste infatti ritrovarvi condannati per ingiuria. Che non è propriamente un punto a favore nel curriculum professionale.

Quel che è accaduto ad un impiegato delle Poste potrebbe servire come monito a molti uomini dalla battuta facile (che poi ammettiamolo, molte donne gradiscono). Il signor Roberto T. si è visto infatti annullare dalla Quinta Sezione Penale della Cassazione, con la sentenza 8761/2013, un'assoluzione dal Tribunale di Massa per ingiuria nei confronti di una collega, Stefania M., a cui aveva ben pensato di dare della "pornodiva". La frase incriminata sarebbe più precisamente "Ah, c'è anche la pornodiva sulla piazza".

Ora, quali che fossero le mises o gli atteggiamenti della signora in questione non ci è dato sapere (e forse poco dovrebbe interessarci), fatto sta che quello che per l'uomo doveva essere un semplice scambio di battute in un clima di "ilarità" e "scherzo", rischia di trasformarsi in un incubo.

Già il Giudice di Pace nel 2000 aveva inflitto all'uomo una multa di 400 euro quale risarcimento dei danni subiti dalla collega; sentenza che però in appello era stata annullata sulla base della "non sussistenza del reato", in quanto l'impiegato aveva agito "per esuberanza e per familiarità con un certo tipo di scherzo nell'ambiente di lavoro". Insomma dare della "pornodiva" in un ambiente goliardico altro non poteva essere che una "condotta scherzosa". Beh, andatelo a dire a chi passa le ore in fila per una raccomandata.... mah.

A questo punto la donna ha fatto ricorso, costituendosi parte civile, e gli ermellini lo hanno accolto, sulla base del fatto che "una donna possa tollerare delle avances più o meno tra il serio e il faceto non comporta affatto che ella si debba considerare disposta a farsi prendere a male parole, così come, ancor prima, l'avere risposto con un sorriso alla condotta scherzosa di un collega non autorizza affatto un altro uomo a ritenere che le sue battute siano altrettanto tollerate, o addirittura gradite".

A questo punto che qualcuno giri la notizia anche al Cavaliere, che con le sue "simpatiche" battute è andato un po' troppo oltre con una venditrice. E potrebbe rischiare un ulteriore processo, per cui non potrà contare su legittimi impedimenti. Però in fondo, l'azienda in cui la signora è impiegata non è sua.

Ora mi piacerebbe sentire che ne pensano sia gli uomini sia le donne a riguardo....


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