Cerca nel blog

domenica 24 marzo 2013

Cassazione: vi sentite persi per una vostra ex? Non tartassatela con sms... ma con le e-mail!




Seccati perché una ex vi ha scaricato in malo modo (o semplicemente lo ha fatto e basta) e non ci dormite la notte? Se la fase del chiamo-non-chiamo ormai fa parte della preistoria, non fatevi però tentare troppo facilmente dal contattarla via sms. Facile cascarci perché in fondo costa meno sforzi rispetto alla classica (e preistorica appunto) telefonata, e si rischia molto meno a livello emotivo.

Ma in realtà l'innocuità degli sms è solo apparenza, perché come sancito dalla Cassazione stessa i "messaggini" possono essere fin troppo invasivi.
Ma come? Perché sono immediatamente leggibili (temo che gli ermellini non abbiano un iPone, la penserebbero molto diversamente, ndr). Meglio allora la posta elettronica, perché i messaggi per essere letti vanno aperti.

A questa conclusione è giunta la Quinta sezione penale della Corte Suprema, accogliendo così solo in parte il ricorso di un ufficiale della Marina, addetto alle comunicazioni radio. L'ufficiale durante una crociera aveva conosciuto una ragazza, con la quale aveva iniziato una storia, finita però male appunto. L'uomo, che era stato respinto dalla ragazza, aveva però iniziato a mandarle e-mail e sms, importunandola in maniera eccessiva. Tanto che la ragazza si era vista costretta a denunciarlo per molestie "telematiche".

La Corte d'Appello di Milano, nel febbraio 2012, aveva riconosciuto l'ufficiale colpevole per i reati di tentata violenza privata, molestie, accesso abusivo ad un sistema informatico e intercettazione di comunicazioni telematiche. Ed è a questo punto che l'uomo ha fatto ricorso in Cassazione, sottolineando tra le motivazioni (accolte dagli ermellini) che i messaggi inviati per posta elettronica non potevano assolutamente essere il mezzo per perpetrare molestie alla ex, potendo essere eliminati o filtrati, e comunque liberi di essere letti o meno.

I giudici di Piazza Cavour, con sentenza n. 44855, hanno accolto la parte di ricorso che riguardava le e-mail inviate alla ex, precisando che "il reato di molestie non si può verificare qualora si tratti di messaggi di posta elettronica privi, in quanto tali, del carattere della invasività".

Mentre gli sms secondo la Cassazione sono invasivi, eccome, perché sono inviati su utenze telefoniche mobili. La parola definitiva a riguardo la condanna dell'ufficiale spetterà alla Corte d'Appello di Milano, che, a seguito della sentenza della Cassazione, dovrà riconsiderare il caso. E rivedere molto probabilmente al ribasso la pena nei confronti dell'ufficiale respinto.

Siamo certi che l'ufficiale, con le future ex (!) eviterà accuratamente la telefonia mobile e prediligerà navigare... in rete!

Nessun commento:

Posta un commento