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venerdì 29 marzo 2013

Cassazione: separati e in affitto? Potete sperare in uno 'sconto' sul mantenimento


Siete sposati da cinque e più decadi e cominciate ad avvertire una certa "staticità" nel rapporto con il vostro partner? Personalmente vi consiglierei vivamente di tenevi quel che avete, a costo di sopportare sbuffate da pentola di fagioli in ebollizione oppure rigirate per aver lasciato lo sportello del frigo aperto. Pena rischiare il completo depauperamento per via della separazione e dell'insostenibile carovita. Tutto ciò ovviamente se siete esponenti del sesso maschile.

Eppur capita che qualche intrepido temerario e sognatore, sia convinto e speranzoso a tal punto da credere di potersi rifare una vita dopo cinquant'anni (50!) di matrimonio.

Convinto e speranzoso come un signore di Trapani, che dalla moglie ha voluto appunto separarsi dopo quasi mezzo secolo trascorso insieme.

Nel 2005 l'uomo era stato condannato in primo grado a mantenere la ex moglie con un assegno di 671 euro. Moglie a cui era stato riconosciuto anche l'uso della casa familiare. La cifra venne però rivista e corretta nel 2008 dalla Corte d'appello di Palermo, scendendo a 250 euro, sulla base del fatto che l'uomo era andato a vivere in una casa in affitto.

Ma se poi la nuova vita vi spinge a voler rivivere i bei momenti passati da "signorino" potrebbe essere necessario risparmiare ancora di più sull'assegno di mantenimento, e perché non chiederne allora l'annullamento totale?

È così che il nostro neo-giovinetto ha pensato che per render più degna la ritrovata vita da single fosse ad uopo un bel ricorso in Cassazione. Anche in virtù del fatto che oltre all'affitto avesse dovuto sostenere ben due ristrutturazioni della casa abitata dalla ex compagna, per cui aveva sborsato più di trentamila euro.

La Prima sezione civile della Suprema Corte, con sentenza n.22950, ha però respinto il suo ricorso, sulla base del fatto che l'assegno era già stato fortemente ridotto dal giudice d'appello, proprio tenendo conto degli "oneri derivanti dalla locazione di un nuovo alloggio resa necessaria dall'intervenuta cessazione della convivenza dei coniugi e dalla anticipazione di due erogazioni per la ristrutturazione della casa" per importi pari a 23 mila e a 10 mila euro".

Allora forse meglio tenersi stretto ciò che si ha, anche una moglie rompiscatole. Perché vale (così sembrerebbe) il detto: "gallina vecchia fa buon brodo". È come si sa il brodo non costa certo come il caviale!

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